martedì 20 aprile 2010

La saga di Pontenure (7): Il Caro Estinto




Pensavate che la Saga del paese di Cavanna fosse terminata? Lo pensavo anch'io, ebbene sì, dopo aver fotografato le motociclette. Sarebbe già stata una cosa eccezionale, anche se fosse finita lì. E, invece, il signor Marcotti, che oramai evidentemente si era convinto di poter rivelarmi tutti i suoi segreti, mi ha fatto accomodare nel retroofficina.

Ogni officina ha il suo retro; di solito vi sono stipati pezzi, attrezzi, gomme e quant'altro. In quello del signor Marcotti, invece, sono stati infilati, in un modo che mi sembra sfidare qualche legge della fisica, due altri automezzi. E questo che vi sto facendo vedere ora rischia seriamente di far diventare quello che sto scrivendo un cult-post; anche perché, quando l'ho visto, non ci volevo davvero credere.

Nel TB, oramai, c'è veramente di tutto; ma questo non me lo sarei mai aspettato. Un autentico carro funebre (del 1969), con tanto di paramenti tutti belli ammodino per accogliere degnamente le mortali spoglie del Caro Estinto. E, a questo punto, ho avuto pensieri contrastanti. Fermo restando lo stupore per trovarmi di fronte a questa Treggia del tutto insolita, da un lato provavo un ovvio rispetto ripensando a nebbiosi funerali sulla via Emilia, mentre le campane suonano a morto nella triste domenica pomeriggio; mentre, dall'altro, mi rivedevo la scena di Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso e non avete mai osato chiedere, di Woody Allen, in cui c'è un sorpasso tra funerali. E siccome quel film lo vidi (assieme a mio fratello) tanti anni fa all'Universale, potete ben capire quali e quante contrastanti immagini mi si affollavano in testa.

Un Treggiafunebre, peraltro, è automezzo rarissimo di per sé. Per forza di cose, e per la sua particolare funzione, un carro funebre dev'essere sempre nuovissimo, impeccabile, tirato a lucido: sia mai che la salma avesse a lamentarsi! Del resto, quello è il suo ultimo viaggio... È quindi ben difficile vedere in giro un autofunebre che abbia più di due o tre anni. Sono, è vero, automezzi dai costi enormi: prima di tutto devono essere allestiti su vetture di un certo livello e di grosse dimensioni, senza ricorrere a furgoni che casomai hanno la ben più prosaica funzione di fare da carri-salma per gli obitori. Indi di poi, lo stesso allestimento e la manutenzione sono costosissimi. Ma, comunque sia, quella è un'attività che non conosce crisi e che non manca mai di clienti. Un carro funebre di oltre quarant'anni di età è assolutamente un pezzo unico, qualcosa che merita una categoria a sé nel TB anche se sarà improbabile che ne becchi mai un altro. Va detto anche che, non potendo fotografare la parte anteriore per palese incastramento, non ho bene individuato su quale autovettura sia stato allestito questo carro (anche se, in linea di massima, mi sembra una Ford Taunus).

In conclusione, deve essere specificato e sottolineato l'uso che ne viene fatto dalla famiglia Marcotti. Pare infatti che il figlio del signor Marcotti se ne serva per festeggiare degnamente la notte di Halloween. E non ho alcun dubbio che un Halloween cui partecipi il Marcotti junior sia una festa veramente indimenticabile. Altro che zucche americane. Gli fanno una beata sega, al carro funebre piacentino!

Termino esprimendo un desiderio. Siccome anche al vostro Treggista preferito, prima o poi, toccherà salutare, mi piacerebbe che in Galenzana mi ci portasse proprio 'sto coso qui. Senza nemmeno levare la polvere, senza preti e in tutta allegria. E siccome per andare in Galenzana non ci sono strade, che fosse provveduto senza ripensamenti a buttarmi in mare. Sarebbe davvero un degno funerale per un Treggista!

Nota importante: Il modello dell'autofunebre è stato poi da un intenditore, che ringrazio, riconosciuto come una Chevrolet Impala.